Strade,
proprio come quelle cantate dai Portishead.
Loro, assieme ai C.S.I.,
possono tranquillamente essere considerati la colonna sonora di
questo mio viaggio. “I got nobody on my side, and surely that
ain't right, surely that ain't right”... esco con la macchina
fotografica senza studiare una meta predefinita, mi lascio guidare da
loro, le strade. Succede sempre così, ma non mi lamento; mi piace
sentirmi trasportata dall'energia della città. E Hanoi ne ha da
vendere, anche se là fuori assomiglia più che altro ad una giungla
intricata di motorini, taxi e biciclette, dove non basterebbero
nemmeno ventisette occhi. Insomma anche oggi ho rischiato la vita
almeno in tre occasioni.
Ogni
volta che decido di fare una passeggiata va a finire che me ne sto a vagabondare per 4 o 5 ore almeno. E torno, la sera, stanca morta, così che salire le
sei rampe di scale che mi separano dalla mia stanza diventa uno
sforzo disumano. Solitamente vago senza avere un'idea precisa di dove
sono, sperimentando una strada diversa alla settimana; la sfida
è quella di orientarsi, ma ormai mi sto rassegnando a tornare
in Italia senza aver vinto questa scommessa- anche perché il più
delle volte dimentico la mappa a casa e sono così costretta ad
affidarmi al mio fiuto che, com'è noto, non sempre è attendibile.
“Pomeriggio
dolce assolato terso”... sono davvero rare le giornate limpide,
qui. Il più delle volte il cielo è bianco e denso di nuvole; nebbia
con pioggerellina fine e leggera, impercettibile ed inevitabile,
tanto vale non farci caso e continuare a camminare. Comunque questa
luce opalescente fa risaltare ancora di più le ombre, per cui
l'atmosfera è ideale per fare qualche scatto... “dense sfumate
nuvole di piombo”. Non è mai successo che mi annoiassi durante
le mie passeggiate, quando sono in giro accade sempre qualcosa di
particolare o anomalo che cattura la mia attenzione e mi tiene
incollata nello stesso posto a lungo. Una bambina che vuole giocare
con me nel piazzale del Mausoleo di Uncle Ho, un artista che mi permette di
rimanere lì ad osservarlo mentre crea, oppure una cerimonia in una
pagoda. Quando mi trovo nello stesso luogo assieme a tanta altra
gente, per esempio sull'autobus o dentro ad un tempio, cerco di
immaginarmi la provenienza e la storia di queste persone. Mi scopro a
fantasticare sulla loro quotidianità e sui loro pensieri, ma è
un'abitudine che non nasce qui in Vietnam, ho sempre avuto la mania
di vaneggiare sulle vite degli altri, per questo non è così
improbabile che anche voi mi sorprendiate con lo sguardo perso e la
mente assente, di tanto in tanto... “Memorie e passi d'altri
ch'io calpesto, su stanchezze di secoli in alterna cadenza”.
Così
trascorrono molte ore dacché sono partita, come se di colpo, assieme
al chiarore del giorno, scendesse anche tutta la stanchezza dei
chilometri macinati zigzagando nel traffico... “s'avvia verso la
sera il pomeriggio”... e le gambe tremano, l'umidità
appesantisce l'aria e anche la mia testa. Evito il quartiere vecchio,
troppo chiassoso per me stasera, mi siedo ad un bar ed ordino una
limonata. Fresca, dissetante, appagante. Mi rilasso... “rallenta il
mio respiro, scende in profondità, si adatta al soffio del mondo”...
e, almeno per ora, cerco di non pensare alle sei rampe di scale.
A
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