lunedì 18 marzo 2013

Roads


Strade, proprio come quelle cantate dai Portishead.
Loro, assieme ai C.S.I., possono tranquillamente essere considerati la colonna sonora di questo mio viaggio. “I got nobody on my side, and surely that ain't right, surely that ain't right”... esco con la macchina fotografica senza studiare una meta predefinita, mi lascio guidare da loro, le strade. Succede sempre così, ma non mi lamento; mi piace sentirmi trasportata dall'energia della città. E Hanoi ne ha da vendere, anche se là fuori assomiglia più che altro ad una giungla intricata di motorini, taxi e biciclette, dove non basterebbero nemmeno ventisette occhi. Insomma anche oggi ho rischiato la vita almeno in tre occasioni.

Ogni volta che decido di fare una passeggiata va a finire che me ne sto a vagabondare per 4 o 5 ore almeno. E torno, la sera, stanca morta, così che salire le sei rampe di scale che mi separano dalla mia stanza diventa uno sforzo disumano. Solitamente vago senza avere un'idea precisa di dove sono, sperimentando una strada diversa alla settimana; la sfida è quella di orientarsi, ma ormai mi sto rassegnando a tornare in Italia senza aver vinto questa scommessa- anche perché il più delle volte dimentico la mappa a casa e sono così costretta ad affidarmi al mio fiuto che, com'è noto, non sempre è attendibile. 

Pomeriggio dolce assolato terso”... sono davvero rare le giornate limpide, qui. Il più delle volte il cielo è bianco e denso di nuvole; nebbia con pioggerellina fine e leggera, impercettibile ed inevitabile, tanto vale non farci caso e continuare a camminare. Comunque questa luce opalescente fa risaltare ancora di più le ombre, per cui l'atmosfera è ideale per fare qualche scatto... “dense sfumate nuvole di piombo”. Non è mai successo che mi annoiassi durante le mie passeggiate, quando sono in giro accade sempre qualcosa di particolare o anomalo che cattura la mia attenzione e mi tiene incollata nello stesso posto a lungo. Una bambina che vuole giocare con me nel piazzale del Mausoleo di Uncle Ho, un artista che mi permette di rimanere lì ad osservarlo mentre crea, oppure una cerimonia in una pagoda. Quando mi trovo nello stesso luogo assieme a tanta altra gente, per esempio sull'autobus o dentro ad un tempio, cerco di immaginarmi la provenienza e la storia di queste persone. Mi scopro a fantasticare sulla loro quotidianità e sui loro pensieri, ma è un'abitudine che non nasce qui in Vietnam, ho sempre avuto la mania di vaneggiare sulle vite degli altri, per questo non è così improbabile che anche voi mi sorprendiate con lo sguardo perso e la mente assente, di tanto in tanto... “Memorie e passi d'altri ch'io calpesto, su stanchezze di secoli in alterna cadenza”. 

Così trascorrono molte ore dacché sono partita, come se di colpo, assieme al chiarore del giorno, scendesse anche tutta la stanchezza dei chilometri macinati zigzagando nel traffico... “s'avvia verso la sera il pomeriggio”... e le gambe tremano, l'umidità appesantisce l'aria e anche la mia testa. Evito il quartiere vecchio, troppo chiassoso per me stasera, mi siedo ad un bar ed ordino una limonata. Fresca, dissetante, appagante. Mi rilasso... “rallenta il mio respiro, scende in profondità, si adatta al soffio del mondo”... e, almeno per ora, cerco di non pensare alle sei rampe di scale.


A




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