E
così scrivo il mio ultimo post vietnamita. Ho chiuso tutte le mie
cose -vecchie e nuove- dentro alla valigia, ho guardato per l'ultima
volta il West lake ed i suoi pescatori dalla terrazza del quarto
piano ed ho ascoltato la canzone delle partenze.
È
da circa due settimane che mi preparo a questo momento e se penso al
tempo trascorso qui, posso serenamente dire di aver goduto di ogni
attimo negli ultimi tre mesi, senza strafare e senza “sprecare
nulla”, come mi diceva M il 3 gennaio all'aeroporto. Tempo di
bilanci, quindi. Ora credo a chi mi diceva “non farai nemmeno in
tempo a disfare la valigia”, oppure “vedrai come voleranno tre
mesi”. Infatti i giorni sono rotolati via uno dopo l'altro con la
stessa facilità con cui il gelo dell'Inverno ha lasciato spazio alle
domeniche assolate di Primavera, in cui era vietato rimanere a casa.
E
così terminano anche questi vietnamese days, come direbbe Orwell,
così densi di incontri e scoperte, quasi è difficile riordinare i
ricordi e pensare ad una cronologia di avvenimenti completa. Sì, mi
sento serena e tranquilla pensando al ritorno. È un momento delicato
tanto quanto la partenza, anche se spesso sottovalutato. Voglio
concentrarmi anche su quest'ultimo, prezioso, attimo, anche se il
pensiero per le persone che incontrerò e che abbraccerò di nuovo
dopo tanto tempo è incontenibile. Per questo mi sento inquieta e
divisa a metà tra impazienza fuori controllo e malinconia pervasiva.Ma
più di tutto c'è questa serenità che mi avvolge, quasi irreale per
quanto rara.
Come ho ripetuto più volte, credo di non aver mai
provato prima d'ora tanta tranquillità. Ho quasi paura d'andarmene
perché non voglio perdere questa sensazione, non voglio lasciarla
dissolvere. Mi
auguro che ormai sia diventata parte di me così da poterla
trasferire anche dall'altra parte del mondo, affrontando con tale
stato d'animo qualsiasi situazione futura.
E
così è tempo di rientrare, finalmente. Ma so già che prima o poi
tornerò qui, in Vietnam, per assaporare tutto ciò che mi sono
lasciata sfuggire, anche se ho fatto di tutto per esaurire la lista
delle cose da fare durante i miei giorni liberi. “A presto”,
pensavo mentre sorseggiavo una limonata al tramonto; “a presto”
dicevo alle donne del mercato di Xuan Dieu, “ci rivedremo”, mi
dicevo mentre salutavo il pescatore in bicicletta, quello che mi aspettava ogni giorno all'angolo della strada.
A