martedì 12 marzo 2013

Le Rital


Camminando su e giù per questa città, gioco ingenuamente a fare il Parigino, ma per quanto questo divertimento duri, rimango sempre un italiano. 
E lo rimarrò certamente, per quanto io possa lavorare sul mio accento.

Due settimane fa mi sono presentato ad un amico di un collega: "Je suis Matteo, italien!". Lui mi ha risposto: "Desolé! je comprends, c'est une grave maladie!". La cosa mi ha fatto ridere ma non troppo. 

Oggi mentre stavo alla posta (e l'impiegata non capiva molto bene cosa volessi) ho pensato alla marea di conterranei fuggiti in questo paese e al fatto che fuggire da essi è un pò difficile. 

Ma ciò che mi diverte è che i Francesi hanno coniato un nome per definirci: "Les Ritals"

E' un'espressione dell'Argot (lo slang francese) che un tempo risultava assai offensiva ma che oggi, quando gli sfigati in Francia non son più gli italiani, è decisamente neutra, anzi è diventata quasi simpatica.

I transalpini ancora adesso discutono sulle origini di questo termine, ma la teoria dominante sembra essere legata al fatto che tutti gli immigrati italiani facessero fatica a pronunciare la erre "alla francese". 
Questo accade ancora adesso, ed il sottoscritto ogni tanto si ritrova con la lingua annodata, con grande ilarità dei miei colleghi. 

La cosa finisce qui però: ormai sono altri i problemi per poter soffermarsi sugli stereotipi, la strage di Aigues Mortes, dove nove italiani vennero assassinati, una cinquantina feriti e quindici fatti sparire nel nulla a seguito di un attacco di violenza xenofoba collettiva è (per fortuna e purtroppo) caduta nel dimenticatoio, e nemmeno i francesi hanno più tanto il tempo per prenderci in giro.

Ci pensò già Claude Barzotti nel 1983, e la canzone è una perla imperdibile del trash: buon ascolto, se ne avete il coraggio!

M


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